Ad aprire la strada è stato il mondo anglosassone, che già in tempi non sospetti aveva compreso la necessità di affiancare alla figura del Medico Veterinario quella di un professionista in grado di assisterlo e supportarlo nella quotidianità ambulatoriale, sollevandolo da una serie di pendenze che sottraevano tempo allo svolgimento della sua attività. È nata così la professione del Tecnico Veterinario che, polivalente per funzioni e trasversale per competenze, si è negli anni anche specializzato complici percorsi formativi ad-hoc atti a conferirgli conoscenze specifiche su ambiti afferenti ai piccoli animali come agli equini o alle specie esotiche.
Se dall’altra parte della Manica il Tecnico Veterinario ha dunque lungo corso, in Italia è invece approdato da un decennio, ma negli ultimi 3-4 anni ha avuto un vero exploit.
Lo conferma la dr.ssa Chiara Chiaffredo, Medico Veterinario specializzato in fisioterapia e medicina sportiva.
Negli ultimi anni il Tecnico Veterinario è diventato sempre più presente negli ambulatori e nelle cliniche: quale il suo ruolo?
Si tratta di una figura satellite del Medico Veterinario, che gli attribuisce una serie di compiti utili a supportarlo nella quotidianità. Grazie al suo aiuto, il Medico può dedicare più tempo al paziente, non dovendo seguire problematiche amministrative, gestionali, operative che comunemente riguardano ogni struttura. C’è chi lo chiama infermiere, chi ausiliario e chi nurse: personalmente credo che assistente sia la terminologia più corretta.
Un assistente che viene investito di diverse mansioni…
Esatto. Il Tecnico Veterinario può svolgere ad esempio attività amministrative o di gestione degli spazi ambulatoriali, prendersi cura del paziente durante il ricovero o nel corso di specifiche terapie decise dal Medico, affiancarlo durante interventi chirurgici, occuparsi dell’igiene e della pulizia degli strumenti come delle aree comuni. Si tratta dunque di una professionalità chiamata ad intervenire in molteplici situazioni.
Non c’è il rischio di una sovrapposizione tra la figura del Medico Veterinario e quella del Tecnico Veterinario?
Il confine tra le due figure può essere sottile, ma se i ruoli vengono definiti in modo chiaro e il Medico Veterinario affida compiti che puntualmente possono essere dati al suo assistente, non ci sono margini di interferenza. Anzi, si genera un circolo virtuoso che della complementarietà fa la sua forza, tutto a beneficio del benessere del paziente e della tranquillità del proprietario che trova nel Tecnico un professionista in grado di dedicare attenzione e cura personalizzata al proprio animale.
Una complementarietà quella tra Medico e Tecnico che riguarda anche l’utilizzo delle terapie strumentali, laserterapia in primis?
Si gioca sempre in squadra anche in questo caso: il Medico Veterinario stabilisce la terapia e istruisce il Tecnico Veterinario perché la applichi in modo corretto.
Il suo compito, sebbene sembri strettamente operativo, non per questo è di minor valore. Al contrario, apprendere correttamente come utilizzare al meglio - ad esempio - un laser è determinante per raggiungere il risultato prefisso.
Lo hanno ben compreso i partecipanti al Corso organizzato da ATAV (Associazione Tecnici Veterinari Ausiliari ndr) e centrato proprio sulla laserterapia…
Il loro entusiasmo, la partecipazione, la proattività che hanno dimostrato durante il corso mi fanno pendere per il “sì”, così come i riscontri raccolti a conclusione della presentazione della Laserterapia MLS® e del dispositivo M-VET. Anche qui la complementarietà tra il mio intervento, prettamente clinico, e quello dell’azienda, di matrice più scientifica, è risultata vincente sia in termini di comprensibilità che di coinvolgimento. Nonostante qualche ritrosia iniziale, subito fugata.
Di che natura?
La parte teorica, basata su concetti di fisica, generalmente spaventa il pubblico, ma le spiegazioni fornite da Giulia Randazzo, Product Specialist ASA, sono state molto comprensibili e facili da “maneggiare”.
Esattamente come il dispositivo M-VET di cui i corsisti hanno apprezzato proprio la semplicità d’uso e l’intuitività, che lo rendono smart da impiegare anche per chi è agli inizi. Purchè correttamente formato.